TAFTA, il nuovo accordo truffa che ci vuole imporre la Merkel

Nessuno ne parla, nessuno sa cosa c’è scritto. Ma le trattative per l’accordo di libero scambio e commercio tra Stati Uniti e Unione europea sono già cominciate e presto potremmo ritrovarci a ratificare un trattato in grado renderci definitivamente schiavi delle multinazionali.

l'italia non ratifichi il taftaSi scrive TTIP, che sta per Transatlantic Trade and Investment Parternship, ma i più parlano di TAFTA, la versione transatlantica del Nafta, l’accordo di libero scambio e commercio che vige tra Stati Uniti, Canada e Messico. Quali siano i contenuti di questo nuovo accordo tra Europa e Usa, però, non lo sa quasi nessuno. O meglio: non lo vuol dire nessuno. Di TAFTA non se ne parla sui giornali, anche solo trovare qualcosa in rete è un’impresa ardua. Eppure si tratta di un accordo dalle ripercussioni enormi sul nostro sistema economico e sul nostro concetto di Stato sovrano, se ancora se ne potrà parlare in futuro.

I negoziati a porte chiuse per l’estensione del trattato sono cominciati a luglio 2013 dopo una lunga fase di stallo e rimpalli tra Stati. Ma a chi giova?

Tanto per cominciare una premessa: il Pil dell’Unione europea è superiore a quello degli Usa (dati Banca Mondiale 2012). Chi avrebbe da guadagnarci di più?

E infatti le stime degli effetti del TAFTA sono tutte a favore degli Usa:

Eliminando congiuntamente dazi doganali e barriere non tariffarie, il Centre for Economic Policy Research (CEPR) ha poi stimato che il beneficio per l’economia europea ammonterebbe a 119 miliardi di euro l’anno, pari in media a un introito aggiuntivo del valore di 545 euro per ciascuna famiglia. L’economia americana ne ricaverebbe un utile supplementare di 95 miliardi euro annuali, pari a 655 euro per famiglia”. (Fonte: http://www.bloglobal.net/2013/07/ttip-tafta-stati-uniti-ed-europa-alla-prova-dellarea-di-libero-scambio-transatlantica.html)

Oltretutto parliamo di cifre non esattamente da capogiro. Come si fa ad attribuire a questo trattato il valore di volano contro la crisi imperante?

Eppure gli atlantisti parlano di tradizionale scetticismo verso gli States e di una “santa alleanza” contro la concorrenza della Cina sul piano internazionale.

Proviamo a scendere più nel dettaglio: cosa prevede in sostanza questo accordo?

Innanzitutto l’estensione della cultura a stelleestrisce in merito all’azione legale. In pratica il trattato ridurrebbe di gran lunga il raggio d’azione dei singoli Stati (o anche dell’Ue nel suo insieme) in merito a interventi normativi volti a limitare l’impatto socio-ambientale delle attività economiche. Detto in altri termini: se un’azienda si considerasse penalizzata da una norma statale potrebbe portare il Governo nazionale davanti a una corte internazionale e  magari chiedere risarcimenti miliardari. Alcuni casi del genere hanno già fatto scuola (basti pensare alla Philip Morris che ha fatto causa allo Stato dell’Uruguay e all’Australia per alcune leggi anti-fumo).

Pensiamo poi a cosa significherebbe la liberalizzazione del mercato degli OGM sul modello Usa anche in Europa, dove sopravvivono normative più stringenti (almeno per ora). O ancora, all’apertura all’estrazione del cosiddetto shale gas, metano contenuto nelle rocce, attraverso controversi sistemi a pressione idraulica (nel mirino degli ambientalisti, ma già in fase di sperimentazione da parte delle multinazionali dell’energia).

Un altro aspetto preoccupante riguarda l’apertura degli appalti pubblici a livello non più soltanto europeo, ma transatlantico. Come potrebbero le nostre aziende competere con le multinazionali? Il rischio di svendita del nostro sistema sanitario è concreto. E altrettanto visibile e misurabile è il rischio occupazionale. Basti pensare a ciò che è successo con la Bolkestein.

A spingere più di tutti per la sottoscrizione del TAFTA (la conclusione dei negoziati a porte chiuse è prevista per la fine del 2014) sono Germania (uno dei Paesi con maggiori potenzialità in ambito shale gas) e Italia. E non ci stupisce, considerate le pressioni di multinazionali farmaceutiche e altre lobby. Ma – e qui viene il bello – non sappiamo nemmeno se l’Italia abbia preso parte alle trattative a porte chiuse di cui sopra. Insomma, stiamo come al solito per firmare una cambiale in bianco a Germania e Usa, svendendo il nostro Paese per un piatto di lenticchie.

Per approfondire l’argomento leggi la mozione contro la firma del TAFTA, presentata da Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) in Consiglio regionale della Toscana.

Photo credits: Cercle de Volontaires  (uno dei pochi siti francesi che sta dando battaglia al Tafta)

2 pensieri su “TAFTA, il nuovo accordo truffa che ci vuole imporre la Merkel

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