E in Regione Toscana spunta la norma anti-mamme

Beffa nella beffa: la leggina approvata dal Consiglio per (far finta di) mantenere il posto a qualche dipendente delle segreterie dei gruppi politici contiene una norma che discrimina di fatto le donne in gravidanza. In pratica dalla prossima legislatura scatta il divieto di sostituzione per chi si mette in maternità (o deve assentarsi dall’ufficio per lungo tempo per motivi di salute). Motivo? Ma ovvio, il contenimento delle spese. E – incidentalmente – delle nascite.

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C’è del paradossale nel modo in cui la Regione Toscana, che da sempre sfoggia la maschera della paladina della giustizia sociale, tratta i propri dipendenti. Dopo aver approvato una leggina-foglia di fico per poter dire di aver fatto qualcosa al fine di tutelare i dipendenti dei gruppi consiliari (un centinaio di persone in tutto, con il contratto in scadenza a fine legislatura), adesso si scopre una norma anti-mamme.

La legge è di fatto discriminatoria nei confronti delle donne che dovessero concepire un figlio nel giro dei prossimi 5 anni. In poche parole, dalla prossima legislatura (le elezioni regionali in Toscana si tengono in un’unica giornata, il 31 maggio 2015) scatta il divieto di sostituzione per i dipendenti delle segreterie dei gruppi che si dovessero assentare per lunghi periodi.

Una norma di contenimento delle spese che di fatto si trasforma in una norma di contenimento delle gravidanze delle dipendenti.

Non si tratta di un problema da poco, considerata l’attuale composizione delle segreterie politiche, composte in maggioranza da donne. E considerato il fatto che, sempre dalla prossima legislatura, potrebbero esistere gruppi dotati di un solo dipendente.

Ovvio che in questo caso i futuri consiglieri saranno più propensi ad assumere uomini piuttosto che donne. A meno che non si opti per la cara vecchia pratica delle dimissioni in bianco, contro la quale la stessa Regione Toscana ha sempre lottato. Che dire? “Speriamo solo che i nuovi consiglieri che si insedieranno sapranno rimediare ai danni fatti da quelli uscenti”, dichiara Gabriele Chiurli, consigliere di Democrazia Diretta, che alla nuova legge sui dipendenti si era fermamente opposto. Riguarda qui l’intervento in Aula:

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